jueves, septiembre 20, 2012

Fede e Tomo – In risposta al testo di Stefano sulle “carogne pseudo-nichiliste”


(en italiano)

In seguito alla pubblicazione del testo “Carogne pseudo nichiliste”,noi fieri individui negatori del diritto-Tomo e Fede(per chi legge,noi ci firmiamo),constatato che nella lettura del testo sudetto manca di ogni spunto di approfondimento verso i nostri testi critici-e non volendoci arrendere al quietismo imperante dell’anarchismo nostrano-proponiamo dei punti chiari e diretti per arrivare ad una rottura completa con ogni massificazione(noi ci siamo estromessi volontariamente dal movimento)che derime le cattive passioni.
Come per i testi in cui ci firmiamo e in cui ci siamo presi le nostre responsabilità-anche il compagno Stefano si dovrà prendere le sue responsabilità nello scrivere di “provocatori al servizio della repressione”.
Di tacere “compagno” non c’è manco da parlarne.
I punti proposti sono:
1-Cosa-secondo chi legge-dice l’avvocato quando parla per il suo assistito?
Se chi dice che una scelta antigiuridica sia inutile,deve spiegare allora cosa  spiega l’avvocato per il suo assistito?
Per chi nega il diritto-l’avvocato è amico del pm del giudice.
E non dirà nulla di nulla che non siano espimere i codici di una chiave ordine.
2-Come poter dibattere amoralmente-se ci si difende dietro la facciata del “siamo tutti compagni”?
Ogni qual volta emerge un testo-se un individuo vuole criticarlo-salterà ogni segno di rimozione delle proprie passioni,e andrà a ricercare quella collisione che entra nel vivo di un dibattere.
Il resto è ammansimento verso la normalizzazione dei rapporti imposti che sia in ambito anarchico o no.
Inoltre, su Culmine si sono lette varie critiche (più o meno condivise), anche a prigionieri come i compagni della CCF. Sarebbe allora da criticare quest’attitudine polemica? Tra anarchici dovrebbe essere ancor più presente.
3-Qual’è la differenza tra dentro la galera e fuori con un “passo dentro”?
Per chi scrive non c’è nessuna differenza di ruolo o gerarchia-se si deve fare una critica per espandere un dibatitto su una scelta tecnica di difesa-o una negazione del diritto-nessuno può impedire-a nessuno la critica
4-Per chi non lo vuole capire,l’antigiuridismo portato avanti e approfondito su Cerbero e Vertice Abisso come su Parole Armate,non è un solo revocare l’avvocato,ma cercare di annientare ogni diritto societario.
Per chi legge-usufruire dei codici del diritto per uscire dalla galera-che significato ha in relazione con il proprio avvocato di fiducia?
La relazione è di semplice deduzione:
L’uso smodato che farà l’avvocato dei codici per far uscire il suo assistito-non permetteranno la rivendicazione del proprio vissuto esistenziale-in quanto le parole espresse dal difensore negando ogni attacco ad ogni organo costituito-stabilirà ogni moto volente in un nolente volere di chi viene assitito.
5-Quali sono gli strumenti che si utilizzano attraverso il proprio avvocato-se non quelli del nemico?
Sarebbe interessante leggere da chi critica le scelte antigiuridiche-quali sono allora questi strumenti se non quelli degli organi giudicanti..
Per il resto e per chi scrive ci sono illimitati desideri misantropici per cui annientare un mondo permeato da un codice a chiave ordine-e nessuno ci fermerà e in nessun modo.

Due fieri Nichilisti

Tomo-Fede

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